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Ipovedente o non vedente: qual è la differenza?

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Molto spesso si tende a fare confusione tra le due condizioni di disabilità relative agli ipovedenti e ai non vedenti. Si tratta di una perdita parziale o totale della vista. In entrambi i casi, il soggetto di cui si parla presenta evidenti difficoltà a compiere in modo completamente autonomo alcune attività quotidiane.

Per la cecità assoluta, è possibile richiedere l’indennità di accompagnamento, una prestazione economica che viene erogata dall’Inps. Vediamo nel dettaglio.

Ipovedente e non vedente

Abbiamo già detto che un soggetto ipovedente presenta un deficit parziale rispetto ad un altro non vedente. In ogni caso, esistono anche diversi gradi di ipovisione, che in base alla gravità rendono più o meni difficile lo svolgimento delle attività quotidiane in perfetta autonomia.

In generale, i vari gradi relativi all’ipovisione sono i seguenti:

  • Ipovisione grave: il soggetto presenta un residuo visivo non superiore a 1/10 per entrambi gli occhi
  • Ipovisione medio-grave: in questo caso il soggetto in questione presenta un residuo visivo che non va oltre i 2/10 per entrambi gli occhi
  • Ipovisione lieve: il soggetto presenta un residuo visivo non superiore ai 3/10, sempre per entrambi gli occhi.

È importante, inoltre, sottolineare che c’è anche un atro grado relativo all’ipovisione che è di tipo fisiologico. Si tratta infatti, di un fattore dovuto all’età avanzata, che comporta una naturale degenerazione degli occhi.

Anche per i non vedenti esistono delle classificazioni, che differenziano lo stato di cecità dei soggetti. Ad esempio, è possibile distinguere:

  • Cecità totale: il soggetto presenta una mancanza totale della vista in entrambi gli occhi, oppure un lieve percezione della luce e dell’ombra
  • Cecità parziale: in questo caso, il soggetto in questione presenta un residuo visivo inferiore a 1/20 per entrambi gli occhi.

In generale, le cause che possono portare un determinato soggetto verso una condizione di cecità sono molteplici. Ad esempio, si possono presentare fattori come la cataratta o il glaucoma, che col passare del tempo, possono portare alla cecità, sia parziale che totale.

Principali requisiti per ottenere l’indennità

In caso di cecità assoluta il soggetto in questione può richiedere l’indennità di accompagnamento. In generale, i requisiti necessari sono:

  • Invalidità civile riconosciuta al 100%
  • Residenza in Italia
  • Impossibilità a compiere attività quotidiane in perfetta autonomia

Gli aventi diritto a tale prestazione economica da parte dell’Inps, quindi, devono risultare ciechi civili da entrambi gli occhi. Non sempre l’INPS riconosce i danni effettivamente patiti e in questi casi è possibile anche procedere con un ricorso, qualora, sia necessario. Per maggiori informazioni a riguardo, puoi visitare il seguente link https://www.risarcimentierimborsi.it/indennita-di-accompagnamento-2022-per-ciechi-assoluti-cosa-cambia/.

L’importo dovuto per l’indennità di accompagnamento

Solitamente, gli importi erogati per chi riceve l’indennità di accompagnamento variano ogni anno. Anche nel caso di indennità di accompagnamento per ciechi assoluti l’importo può variare. Ad esempio, nel 2021 la cifra dovuta era di circa 938,35 euro al mese.

Nell’anno 2022, invece, l’importo è cambiato. Per l’indennità generale è passato da 522,10 a 528,94 euro, mentre la cifra dovuta per l’indennità di accompagnamento per ciechi assoluti è passata a 946,80 euro al mese. Ovviamente, l’importo erogato ogni mese ha una valenza complessiva di dodici mesi, quindi, un intero anno.

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